Oncologia Cutanea

Oncologia Cutanea – dott. Pierfranco Simone

Il melanoma è un tumore maligno che origina dai melanociti, cellule presenti nella cute e nelle mucose, e che può insorgere su di un nevo preesistente o su cute sana. In circa il 20% dei casi insorge su un nevo preesistente, ma nell’80% dei casi esordisce come una nuova lesione cutanea. Negli ultimi anni si è registrato un rapido aumento d’incidenza di questo aggressivo tumore. Esso provoca il 75% dei decessi legati ai tumori della pelle. A livello globale provoca più di 50.000 decessi l’anno in tutto il mondo. Può insorgere nei distretti corporei in cui sono normalmente presenti i melanociti, quindi principalmente a livello della cute.

Chi sono i soggetti a rischio?

Bisogna tenere in considerazione alcune circostanze che aumentano il rischio di incidenza di melanoma in un determinato soggetto:

Nonostante i progressi ottenuti nella immuno-chemioterapia, quando il melanoma viene diagnosticato tardivamente la mortalità resta elevata. La prognosi dipende soprattutto dallo spessore del tumore al momento della diagnosi. Più il melanoma è sottile, cioè senza invasione degli strati profondi della pelle (melanoma in situ), maggiori sono le probabilità di sopravvivenza e anche di guarigione. È pertanto di fondamentale importanza la diagnosi precoce: se identificato in fase iniziale, il melanoma può essere curato in modo definitivo con un semplice atto chirurgico.

Limitare i fattori di rischio

Anche se non è possibile prevenire l’insorgenza di un melanoma, è possibile limitare l’unico fattore di rischio controllabile, ovvero l’esposizione solare, mediante una protezione adeguata.

La visita di controllo dei nevi presenti sulla superficie corporea è un esame clinico-strumentale fondamentale per la diagnosi precoce del melanoma e comprende la raccolta dell’anamnesi familiare e personale, il controllo clinico di tutte le neoformazioni cutanee (“mappa dei nevi”) e la dermatoscopia in epiluminescenza.
La dermatoscopia in epiluminescenza è una tecnica diagnostica non invasiva che, mediante l’utilizzo di un videodermatoscopio, permette l’osservazione e lo studio di strutture morfologiche non visibili a occhio nudo, nell’ambito delle lesioni cutanee esaminate.
Il videodermatoscopio digitale consta di una telecamera a colori a fibre ottiche, ad elevatissima risoluzione, incorporata nella parte finale di un manipolo, che consente la visualizzazione delle lesioni cutanee pigmentate su di un monitor, con ingrandimento di 30 volte. Inoltre favorisce il riconoscimento di eventuali forme maligne grazie all’utilizzo di una fonte di luce particolare (luce polarizzata), che permette di valutare le caratteristiche microscopiche profonde della neoformazione cutanea, non solo quelle superficiali. L’osservazione dermatoscopica viene eseguita ponendo sulla lesione cutanea, precedentemente coperta con un vetrino ed un sottile strato di olio, l’obiettivo del videodermatoscopio.
Tale tecnica permette di effettuare l’acquisizione digitale delle immagini ed il loro studio morfologico. Inoltre, grazie all’archiviazione delle foto, è possibile effettuare una valutazione comparativa (follow-up) ad ogni visita successiva.
Il computer, munito di un particolare software di gestione dati, rende possibile per ogni paziente la creazione di una cartella personalizzata, in cui si raccolgono i dati anamnestici ed una mappa delle lesioni neviche.

Studio dei nevi

Lo studio dei nevi permette di distinguere:

  1. nevi con atipie od irregolarità: vengono asportati chirurgicamente e sottoposti ad esame istologico
  2. nevi privi di atipie: vengono sottoposti a follow-up dermatoscopico (confronto diretto, a distanza di 6-12 mesi, a seconda dei casi, con le immagini acquisite in passato).

La dermatoscopia aumenta del 30% l’accuratezza nella diagnosi precoce del melanoma. È una tecnica diagnostica di agevole esecuzione, non invasiva, ripetibile, attuabile in qualsiasi paziente e priva di controindicazioni.
Qualche anno fa, quando la microscopia ad epiluminescenza era ancora un metodo diagnostico poco conosciuto e scarsamente impiegato, la diagnosi era incentrata sulla morfologia e sulle modalità evolutive dei nevi, criteri espressi nella regola dell’ABCDE delle lesioni cutanee pigmentate. L’osservazione di tali criteri clinici non sempre soddisfa la necessità di uno screening corretto, rendendo necessaria, nell’intento di non perdere melanomi, l’asportazione di un elevato numero di nevi apparentemente irregolari.

L’epiluminescenza trova inoltre applicazione nella diagnosi di lesioni cutanee precancerose (cheratosi attiniche) e diverse neoplasie cutanee non melanocitiche, come ad esempio gli epiteliomi (basalioma, spinalioma).

Anche per queste neoplasie è di fondamentale importanza la diagnosi precoce attraverso l’epiluminescenza; gli epiteliomi, pur essendo caratterizzati da un rischio molto basso di metastatizzazione, possiedono, specialmente in alcune forme, un’invasività locale tale da comportare la distruzione dei tessuti e delle unità anatomiche coinvolte. L’infiltrazione locale è particolarmente pericolosa in alcune aree del corpo, quali palpebre, regione nasale, labbra.  La diagnosi precoce permette l’escissione chirurgica con esiti cicatriziali minimi e risoluzione della patologia in tempi brevissimi.

L’archiviazione delle immagini consente di seguire l’evoluzione delle lesioni cutanee nel tempo; permette pertanto di rimandare od evitare le asportazioni chirurgiche a fine puramente preventivo, soprattutto in assenza di sicuri caratteri dermatoscopici di malignità. Ciò è auspicabile in pazienti che, per varie ragioni, non rappresentano ottimi candidati all’intervento chirurgico, come ad esempio pazienti con patologie concomitanti, fortemente allergici, in gravidanza, con lesioni cutanee in aree anatomiche esposte (e quindi con conseguente danno estetico cicatriziale).
Inoltre la registrazione delle immagini permette di tenere sotto controllo, con stretto follow-up, un elevato numero di nevi e lesioni cutanee non melanocitiche clinicamente atipiche.

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Il dott. Simone è dirigente medico presso il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, presso il quale, oltre a svolgere l’attività chirurgica, si dedica alla didattica ed alla ricerca scientifica, in un contesto accademico internazionale.